Cenni storici su Pozzuoli e sullo sbarco di San Paolo
Emporio
della potente Cuma, soltanto con l'arrivo di fuggiaschi di Samo (530
a.c.), che dettero alla località il nome augurale di Dicearchia (giusto
governo), fu incrementata la crescita economica e urbanistica della
città. Nel 421 a.c., l'intera zona flegrea cadde sotto il
dominio delle popolazioni campane e, nel 338, sotto quello di Roma, che
capì l'importanza commerciale e militare del golfo Flegreo solo dopo il
tentativo di conquista di Annibale (215 a.c.).
Puteoli, (piccoli pozzi), divenne l'approdo più importante del Mediterraneo, tanto da essere appellata Delus minor e litora mundi hospita.
Le arti del vetro, della ceramica, dei profumi, dei tessuti, dei colori
e del ferro trovarono larga diffusione, per la presenza di maestranze
locali educate a tradizione fenice, ellenistiche ed egiziane. La città
prosperò fino a quando il porto rispose alle esigenze del commercio
romano, ma subì un duro colpo con l'apertura di quello di Ostia. Con
l'accentuazione del bradisismo discendente, che sommerse le opere
portuali, e con la caduta di Roma, Puteoli divenne piccolo centro di
pescatori e, nel Medio Evo, i Campi Flegrei furono solamente meta di
soggiorni termali. Soltanto dopo l'eruzione del Monte Nuovo (1538),
Pozzuoli iniziò una lenta ripresa socio economico-urbanistica, per
opera del viceré spagnolo don Pedro Alvarez de Toledo.
Lo Sbarco di san Paolo a Pozzuoli
Il
Cristianesimo penetrò a Puteoli, mentre erano ancora in vita i maggiori
artefici dell'evangelizzazione dell'Occidente, testimoni diretti della
predicazione di Gesù.
La notissima testimonianza degli Atti degli Apostoli è la più nobile ed esaltante:
"Il
giorno seguente si levò lo scirocco e così l'indomani arrivammo a
Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare
con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma"
Atti degli Apostoli 28, 13-14
Paolo
sbarca a Pozzuoli nel 61 d. C. da una nave oneraria di Alessandra.
Condotto al carcere da Festo, governatore della Giudea, si era
appellato al tribunale di Nerone. Dopo vari scali e un naufragio a
Malta, la nave aveva toccato Reggio e si era diretta verso il litorale
campano. Entrando nel golfo partenopeo attraverso le Bocche di Capri,
Paolo poté ammirare la mole della villa Jovis e delle altre residenze
imperiali di Augusto e di Tiberio.
Il molo di Pozzuoli era affollato di curiosi e perditempo: così lo descriveva Seneca a Lucillo.
La nave trasportava assieme alle consuete svariate mercanzie un gruppo
di prigionieri. L'Apostolo era atteso da un gruppo di amici, più
propriamente “fratelli", i cristiani di Pozzuoli.
Luca non fornisce particolari su quel soggiorno né qualche nome dei
fratelli di fede presenti all'incontro, ma si trattenne con i cristiani
di Pozzuoli sette giorni, durante i quali li raffermò nella fede e li
esortò a resistere al male.
Sul molo del porto di Pozzuoli, sulla parte esterna dell'abside, della
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, si ammirano due lapidi: una, del
1918, ricorda l'approdo di Paolo di Tarso a Puteoli, con i simboli
dell'apostolo, e l'altra la sosta di papa Giovanni Paolo II avvenuta,
proprio nei pressi, il 12 novembre 1990. Tra le due epigrafi
giganteggia la maiolica di Giuseppe La Mura, raffigurante l'arrivo di
san Paolo sul molo puteolano, inaugurata il 29 giugno 1991. |