La
chiesa dell’Assunta, sorge in uno dei luoghi più ca
ratteristici di Pozzuoli: la darsena del
borgo marinaro.
L’Assunta ai piedi del Rione Terra, con il molo e le vicine banchine
del porto e le barche ormeggiate nella darsena, costituisce un unicum
di particolare suggestione, efficacemente tramandatoci anche da pittori
e disegnatori del passato, e il cui fascino non viene scalfito neanche
dalle moderne costruzioni.Più che per l’arte, ha nella storia di
Pozzuoli un ruolo particolare, nella cultura e nelle tradizioni
popolari essendo la chiesa dei pescatori del borgo marinaro. L’edificio
fu costruito nel 1621 e dedicato alla Purificazione di Maria, ad opera
della omonima Confraternita; per la sua posizione la chiesa era
chiamata Purificazione a mare.
La devozione dei pescatori per la Madonna Assunta, quì venerata, ha
fatto sì che nel tempo fosse più conosciuta con quest’altro nome.
Stando alle cronache, pare che non abbia avuto vita molto facile, in
quanto, sorgendo molto vicina al mare, ha subito sistematicamente
l’invasione delle mareggiate, per cui, per gran parte dell’inverno
diventava inaccessibile e più volte fu danneggiata.
Proprio per questo motivo, i confratelli decisero di costruire una
nuova chiesa in un luogo più sicuro. Su un suolo donato dal Municipio
di Pozzuoli (lungo l’attuale via G. Marconi) edificarono un nuovo
tempio, dedicato sempre alla Purificazione di Maria e i cui lavori
furono ultimati nel 1743.
La Confraternita le amministrava entrambe, e i confratelli si riunivano
in estate nella chiesa della darsena e in inverno nella nuova. Sorsero
dei dissidi fra i confratelli e i marinai che curavano la Purificazione
a mare, i quali accusavano i primi di disinteressarsi di questa chiesa.
Le divergenze durarono per lungo tempo e sempre con maggiore vigore
fino a diventare insanabili e, terminarono soltanto nel 1876 per
l’intervento del vescovo Gennaro De Vivo (1876 -1893), il quale sancì
la definitiva separazione dei due luoghi di culto.
A ricordo del comune passato, il presule decise, inoltre, che i
rappresentanti della Purificazione a mare avrebbero partecipato
alla festa della Purificazione di Maria, il 2 febbraio, e quelli della
nuova chiesa avrebbero preso parte alla festività dell’Assunta, il 15
agosto.
Il 4 dicembre 1872, una mareggiata più violenta delle altre, che
provocò molti danni anche alla città, distrusse la chiesa che fu
ricostruita a spese dei pescatori nel 1876.
Quella che oggi si vede è appunto la costruzione del 1876 edificata in
posizione più arretrata rispetto alla precedente, per tenerla il più
possibile lontano dal mare.
La costruzione si presenta all’esterno molto sobria ed ha poco di
artistico, identica essenzialità si riscontra anche all’interno, un
ambiente ad una navata con volta a botte.
L’altare maggiore del 1890 è sovrastato da una tela dello stesso
periodo, di autore ignoto, che raffigura la presentazione di Gesù al
tempio.
Questa tela era molto rovinata ed è stata da qualche anno restaurata.
Oltre al maggiore, vi si trovano solamente altri due altarini datati al
1895; quello a sinistra dell’ingresso dedicato al Sacro Cuore di Gesù,
mentre l’altare a destra è ben più importante, in quanto è dedicato
alla Madonna Assunta. In una nicchia sopra l’altare è sistemata,
infatti, una statua dell’Assunta in legno e stoffa, del XIX secolo.
Alla venerazione dell’Assunta sono legati gli annuali festeggiamenti
del 15 agosto. Questa festa, oltre che dalla processione religiosa che
si snoda tra i vicoli del borgo, è caratterizzata dal tradizionale
momento laico del pennone; una versione marinara dell’albero della
cuccagna.
Il pennone consiste, infatti, di un lungo palo di legno sistemato
obliquamente sulla banchina e sporgente verso il mare.I partecipanti
alla gara, camminando sul palo insaponato, tentano di afferrare delle
bandierine poste in cima a questo.
Tale festa è l’unica sopravvissuta, delle tradizioni popolari di
Pozzuoli. Il nome deriva con tutta probabilità dall’albero maestro
delle imbarcazioni a vela, che nel dialetto puteolano è detto pennone.
(Dal Catalogo dei Beni Architettonici e Monumentali, Pozzuoli, gennaio 1983)